Viola Manuela Ceccarini (ViVi), “l’italiana”. [Christopher Magazine, aprile 2019]

Intervista di Tiziano Thomas Dossena.

{Come apparsa su Christopher , Febbraio 2019]

Milanese di nascita, Viola Manuela Ceccarini sta ottenendo un successo invidiabile nel mondo televisivo latino negli USA, dopo aver contribuito per vari canali televisivi internazionali in italiano. Giornalista riconosciuta (è corrispondente per ben sei riviste, oltre a vari canali televisivi e radiofonici) Viola, anzi ViVi, come la identificano gli amici, copre tutti i premi internazionali (Grammys, Emmy, Oscar, eccetera) e presenta al pubblico una visuale tutta personale degli eventi. Parla un ottimo spagnolo con un leggero accento straniero che le ha meritato il nomignolo de “l’italiana” da parte del largo pubblico televisivo latino. ViVi è la vincitrice del premio “Young Female Entrepeneur of the Year” nella competizione internazionale Stevie® Awards for Women in Business. Ci siamo incontrati nel centro di Manhattan ed abbiamo fatto una bella chiacchierata.Viola Manuela Ceccarini

Vi Vi, potresti raccontare  ai nostri lettori come e perchè sei arrivata negli Stati Uniti?
Crescere in una delle capitali più influenti della moda a livello mondiale: Milano, mi ha ispirata a intraprendere una carriera nel settore della moda e dello spettacolo.
All’età di 17 anni, dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, i miei genitori mi fecero un regalo “di post diploma” mandandomi tre settimane a studiare l’inglese a New York.
Ricordo ancora il momento in cui arrivai a Times Square… rimasi incantata alla vista dei grattaceli, le strade affollate e le luci sfavillanti… per la prima volta provai un sentimento di libertà infinita… e dentro di me sapevo che in questa città tutti i miei sogni si sarebbero potuti realizzare, così ho fatto una promessa a me stessa, che sarei ritornata a vivere a New York…. un giorno…
Tre anni dopo: Dopo essermi laureata all’Università di Milano in “Comunicazione Visiva e Multimediale” ho cominciato a lavorare per una rivista di moda Italiana locale chiamata “Zaffiro Magazine”, ero incaricata di scrivere articoli e intervistare personalità della moda ad eventi Milanesi della vita mondana.
Purtroppo peró le opportunità nel settore erano limitate, motivo che mi ha spinta a riconsiderare l’idea di vivere a New York permanentemente.
Così nel 2013, ho lasciato Milano e mi sono trasferita a New York da sola e contro la volontà dei miei genitori, spinta dalla passione e voglia di crescere professionalmente.
Vivere a NY è sempre stato il mio sogno ed una sfida personale! New York ha un’energia unica; è la capitale del mondo dove tutti sono uguali e rispettati, che tu stia cogliendo margherite (che vedi solo tu) su un marciapiede o che tu sia Leonardo DiCaprio, la gente ti guarda nello stesso modo. Perché chi è qui ha ambizioni, un progetto! Tutti i migliori li trovi a New York; è una città che, o ti stimola ad essere umile e migliorarti, o ti schiaccia; per questo la amo!!”

Tu pensi che l’America, e in particolare New York, offra ancor oggi grandi opportunità per chi ha del talento?
Assolutamente si!!! Per poter trovare e beneficiare delle opportunità a New York devi venire qui con un certo tipo di mentalità che comporta: ambizione e perseveranza, preceduto da un piano d’azione e una gran voglia di lavorare e realizzare un progetto senza mai perdere di mira l’obbiettivo finale.
Anche se credo fermamente che New York non sia una città per tutti, per lo stile di vita frenetico e talvolta stressante, devi amare lavorare e devi avere dei sogni grandi da realizzare…

Per vari anni hai scritto e parlato di moda e di Alta Società sia su varie riviste sia in programmi televisivi. Come sei arrivata a questa specializzazione giormalistica?
Ho sempre saputo che volevo lavorare nei media e nel mondo dello spettacolo. Fin da piccola io e mia sorella giocavamo con la telecamera di papà; lei mi filmava e io presentavo, cantavo e ballavo.
Nel 2011 mi sono laureata in “Comunicazione Visiva e Multimediale” presso l’Accademia Multimediale Europea ACME, specializzata in arti visive e produzione multimediale, dove ho imparato a fare post produzione con programmi di montaggio video come Final Cut Pro/ Adobe Premiere.
Dopo essermi laureata, ho mosso i miei primi passi come intervistatrice-editorialista per una rivista italiana di lusso stampata e online chiamata “Zaffiro Magazine”, presentando eventi nella vita notturna milanese.
La rivista era gestita da un azienda di comunicazione chiamata DBCommunication per la quale eseguivo lavori nel campo delle pubbliche relazioni, occupando un ruolo fondamentale per l’azienda, coprendo progetti importanti per i loro clienti, inclusi artisti e celebrità italiane. Inoltre sono stata incaricata della progettazione del logo aziendale. Questo logo è stato poi stampato su t-shirt e indossato da VIP italiani, cantanti, reality star e celebrità.
La mia passione per i media é iniziata in Italia ed é poi cresciuta in America; scrivere e presentare mi danno  una voce e soprattutto l’opportunitá di esprimermi .
Attualmente sto scrivendo in tre lingue (Italiano, Spagnolo e Inglese) per varie riviste e periodici che parlano di moda e lifestyle. Copro eventi di moda, spettacolo e intrattenimento come ad esempio: New York Fashion Week, Film Festivals, Grammys, Oscars…etc etc

Ora però stai avendo un enorme successo con il gossip nientemeno che in un programma televisivo in spagnolo. Puoi parlarci un poco di questa tua nuova esperienza?
Si!! La comunità Ispana mi ha sempre accolta a braccia aperte. Quando mi sono trasferita a New York sono venuta a vivere direttamente a Washington Heights, un quartiere latino situato nella parte alta di Manhattan (Uptown). La mia prima stanza in affitto era in casa di una famiglia di Dominicani, dove ho vissuto per 2 anni e dove ho imparato a parlare lo Spagnolo (e lo street slang), ad amare la cultura, la cucina e la musica.
Fatalità del caso, attualmente sto lavorando per un canale Ispano chiamato Super Canal, dove conduco un segmento di notizie di intrattenimento, gossip e moda. Il nome del programma é “Option New York” ed è trasmesso in vivo dal lunedì al venerdì (2-3 pm) ovunque negli Stati Uniti via Cavo su Spectrum Canale 870, Verizon Canale 1507, Comcast Canale 620 e Optimum Canale 1023. Inoltre il programma é trasmesso a livello internazionale in diretta dalle 3-4 pm nella Repubblica Domenicana sul Canale 33 (uno dei loro canali principali), a Puerto Rico, nelle Caribbean Islands e in Spagna.

La moda, però, Devi avercela nel sangue perchè ho potuto ammirare varie tue foto nelle quali posi come modella. Pensi di continuare anche nelle sfilate nonostante i tuoi molti impegni professionali?
Ahah grazie! Si, tengo le porte aperte per qualsiasi opportunità mi si presenti $$$$!! In passato ho lavorato come fotomodella ma per ora l’unica sfilata alla quale abbia mai partecipato é stata quella della mia amica stilista Pamela Quinzi. Solitamente collaboro con stilisti quando vado a coprire eventi importanti, di solito lavoro e do l’opportunità a stilisti Italiani di presentare le loro collezioni, perché ci sono moltissimi stilisti talentosi in Italia che hanno bisogno di uscire allo scoperto.

Su quali altri progetti stai lavorando?
Ho tanti progetti in ballo che purtroppo non posso svelare ancora; sicuramente posso dirti che presto uscirà un video musicale di Messiah, Kapuchino e Tali al quale ho preso parte di recente. Loro sono artisti urbani conosciuti, Messiah é colui che ha fatto il featuring con Cardi B nella versione di Bodak Yellow in Spagnolo.
Non vedo l’ora di condividerlo con voi!

Alta Cucina Internazionale: dalle orecchiette alla Rasta pasta. Intervista con lo Chef Patrizio La Gioia [Christopher]

Intervista di Tiziano Thomas Dossena.

Lo avevo incontrato un paio di volte nei corridoi del Madison Square Garden ed avevo notato il nome sulla sua uniforme di gran Chef. Avevo sentito che era un Chef di gran nome e ciò mi intimidì un poco. Mi azzardai a parlargli il giorno che ero entrato nella sua cucina per ragioni tecniche. Scoprimmo la comunanza della lingua e stringemmo subito un patto di amicizia spontaneo e naturale fra emigranti italiani all’estero.  Qualche giorno dopo mi avvisò della sua intenzione di trasferirsi al Baccarat Hotel, prestigioso ristorante anch’esso nel centro di Manhattan. Gli spiegai che esisteva una rivista (Christopher) che parlava degli italiani all’estero che avevano avuto successo e lui prontamente acconsentì a questa intervista.

 
 Tiziano Thomas Dossena: Patrizio, hai iniziato la tua avventura culinaria nel lontano 2000 presso varie trattorie e ristorantini, in Puglia. Come ti venne la passione per la cucina?
Patrizio La Gioia: Penso che la mia ispirazione sia stata mia mamma. Ricordo ancora quando giocavo sul pavimento e vedevo il tavolo muoversi come fosse una nave sulle onde; (Patrizio ride) avevo molta fantasia da bambino, in realtà era mia mamma che lavorava l’impasto della pasta. La domenica era un rituale della mamma fare la pasta fresca e si iniziava con le famose orecchiette. Mi ricordo che volevo imparare a farle ma per me era veramente molto difficile, ero affascinato da come mia mamma lo faceva sembrare così semplice.

Tiziano Thomas Dossena: Da lì sei poi partito all’inizio del 2007 per l’estero e sei diventato Chef de Partie a Monte Carlo presso il prestigioso ristorante La Salier. Come avvenne questo cambiamento? Quanto difficoltoso fu il cambiamento da una infrastruttura italiana ad una internazionale? Che cosa hai imparato in tale sede?
Patrizio La Gioia: Fortunatamente il cambiamento non è stato così poi tanto difficile, essendo un ristorante italiano con personale italiano, e poi francamente a Monte Carlo si parla anche italiano. Lavorativamente parlando è stato abbastanza difficile perché sono passato da trattorie a un ristorante cinque stelle. Ho imparato le cinque salse madri, pasta fresca e tanto altro.

Tiziano Thomas Dossena: La prossima fermata è l’America, e addirittura Miami, in Florida, alla fine dello stesso anno. Come ci arrivasti? In tale città tu avesti due esperienze come Chef de Partie ad alto livello; la prima presso l’Hotel Cardozzo e la seconda presso in rinomato The Forge Restaurant. Che differenza ebbero le due esperienze? 
Patrizio La Gioia: Tramite La Salier sono riuscito a farmi trasferire al hotel Cardozzo in Miami essendo parte della compagnia. Ricordo come fosse ieri la difficoltà con la lingua, le unità di misura, la cultura. Mi sentivo completamente in un l’altro mondo. Dopo un’anno passato al Cardozzo il mio obbiettivo era lavorare in uno dei migliori ristoranti di Miami. Iniziai quindi a lavorare al The Forge, una leggenda a Miami sotto la quidanza del grande chef  Dewey LoSasso. Mi ricordo che quell’anno vinse come miglior chef della Florida sul Miami Times

Tiziano Thomas Dossena: A Miami ci fu un’altra evoluzione e lavorasti come Sous Chef in due famosi ristoranti, uno con cucina francese, La Gluttoneire, ed uno con cucina italiana, Tiramesu. Che differenti esperienze avesti in queste due sedi? 
Patrizio La Gioia: Dopo l’esperienza al The Forge, ho iniziato la mia prima esperienza come sous chef (secondo chef) al Tiramesu, grande ristorante italiano, dove imparai come gestire la cucina dal punto di vista burocratico. Imparai il food cost, labor cost e come  fare gli acquisti. Sempre molto appassionato ad imparare altre cuisine, lasciai il Tiramesu per intraprendere questa nuova esperienza francese alla Gluttonerie (2012 best French restaurant in Miami)

Tiziano Thomas Dossena: Tu studiasti anche sotto l’Executive Chef Thomas Buckley nel ristorante Nobu, sempre a Miami. Come definiresti questa episodio della tua vita?
Patrizio La Gioia: Eh si, come dicevo prima ho sempre avuto la passione per imparare cucine differenti, ebbene sì cucina giapponese al grande Nobu Miami. Mi ricordo quando Chef Thomas Buckley (corporate Chef Nobu America) mi fece la proposta di lavorare con lui; ero un po’ spaventato dalla differenza tra cucina italiana e quella giapponese, lui scherzando mi rispose “è la stessa cosa!!! Voi avete il carpaccio e noi abbiamo il sashimi, voi avete la pasta noi abbiamo i noodles”. Praticamente mi fece capire che la cucina è cucina, indipendentemente dalle culture.

Tiziano Thomas Dossena: Nel 2013 ti sei trasferito ad Aspen, nel Colorado, ed hai lavorato presso il Chefs Club di FOOD & WINE. Come funziona tale Club? Che funzioni avevi e che cosa traesti da tale pratica?
Patrizio La Gioia: Questa è stata una delle più belle esperienze della mia carriera. Food and Wine Magazine è una rivista Newyorchese di alta cucina, che ogni anno premia I migliori nuovi chef d’America. Il concetto del Chef Club è di invitare a rotazione ogni stagione 4 best new chef of Food & Wine, e creare il menu con i loro piatti migliori, E noi, come resident chefs,  dovevamo  replicarli; un esperienza indimenticabile..

Tiziano Thomas Dossena: Nel 2014 ti troviamo a New York, con il Patina Restaurant Group, In quesa corporation hai avuto varie funzioni. Quali furono?
Patrizio La Gioia: Il mio primo ruolo con Patina Restaurant Group fù come Sous Chef nel ristorante Brasserie 8.5, ristorante francese sotto il comando di Franck Deletrain un grande chef, persona e amico. Dopo 6 mesi passati con lui la compagnia decise di promuovermi come Chef De Cuisine al ristorante Naples45, un ristorante napoletano autentico.

Tiziano Thomas Dossena: Essere stato l’Executive Sous Chef ad un ristorante favoloso e celebre come The Four Seasons Restaurant è il sogno di molti Chef, e tu lo otterresti nel 2015, tenendo la posizione fino alla chiusura del ristorante, triste episodio che fortunatamente è stato recentemente corretto con la sua riapertura. Quale erano le tue competenze in quella funzione?

Patrizio La Gioia: Dopo un po’ di tempo passato a Naples45 mi sentivo insoddisfatto perché ero nella grande mela con i migliori ristoranti del mondo e io ero qui a fare le pizze. Quindi decisi ti tornare a a fare cucina garstonomica, e iniziai l’avventura al leggendario Four Seasons Restaurant, sapendo già che doveva chiudere dopo 2 anni. Però a me la cosa non spaventava perché sapevo già che mi avrebbe aperto nuove porte qui a Manhattan. Il Four Season Restaurant era molto famoso per il “Power Lunch” ovvero la gente più potente di Manhattan veniva a pranzo, e spesso sceglievono sempre lo speciale del giorno. Una delle mie mansioni era creare ogni giorno tre piatti speciali differenti.

Tiziano Thomas Dossena: Dopo The Four Seasons avesti un’altra opportunità straordinaria, lavorando con l‘illustre Chef Thomas Keller. Che cosa apprendesti da lui?
Patrizio La Gioia: Come dicevo prima, il Four Seasons Restaurant mi aprì le porte ai migliori ristoranti del mondo, quindi iniziai al 3 stelle Michelin  “Per Se”,  uno dei migliori ristoranti d’America, se non il migliore. Per me è stato un onore conoscere il grande Chef e Mentor Thomas Keller. Con lui imparai la disciplina, la precisione e l’eccellenza.

Tiziano Thomas Dossena: Penultima tappa della tua avventura americana  il Delta Club del Madison Square Garden, il club più esclusivo in tale sede, dove ti ho incontrato. Quali erano le tue funzioni al Delta Club?
Patrizio La Gioia: Al Madison Square Garden è stata un esperienza unica! Eventi spettacolari, da partite di basket, hockey, incontri di boxe, e ovviamente concerti. Mi ricordo la volta che Andrea Boccelli venne a cantare, io ero in cucina ed a un certo punto riconobbi la canzone Nessun Dorme, una delle mie canzoni preferite. Uscii fuori dalla cucina con la pelle d’oca. Al MSG ero lo Chef del Delta Club, che serve le 20 Suite più importanti, praticamente cucinavo per i VIP, compreso il proprietario Jim Dolan.

Patrizio La Gioia con Massimo Bottura e la moglie

Tiziano Thomas Dossena: Ora che sei diventato uno degli Chef presso il prestigioso 5 stelle “Baccarat Hotel” quali altri traguardi ti prefiggi?
Patrizio La Gioia: Sinceramente non so dove mi porterà in futuro. Di sicuro una cosa la so, ogni scelta che farò la farò sempre con il cuore, come ho sempre fatto. Ovviamente, come tutti gli chef il mio sogno è di un giorno gestire il mio proprio ristorante.

Tiziano Thomas Dossena: In tanti anni di Chef in sedi prestigiose avrai cucinato per attori, cantanti e alte personalità. Qualche aneddoto in particolare?
Patrizio La Gioia: Purtroppo per la privacy non posso dire più di tanto, però l’unica cosa che posso dire è che nella mia carriera ho cucinato per attori, cantanti, atleti, politici, principi e principesse, ma per me ogni ospite è VIP, indipendentemente se è un personaggio famoso o meno. Però non potrò mai scordare la volta che ero in cucina è un cameriere venne in cucina è mi disse: Chef, c’è un certo Massimo Bottura che  dice di essere uno chef italiano e vuole parlare con te. Ed io, con un tono irritato gridai al cameriere: “ UN CERTO MASSIMO BOTTURA!!!?????? È il miglior chef al mondo!!! Ignorante!!”

Tiziano Thomas Dossena: Nel corso della tua carriera hai creato varie specialità. Potresti rivelarne una o due per i nostri lettori?
Patrizio La Gioia: Come ben saprai, in Giamaica uno dei piatti tipici è l’Oxtail, ovvero la coda di bue, quasi come la coda alla vaccinara, piatto tipico romano, però preparato con spezie differenti. Mia moglie è Giamaicana, quindi un giorno mi ispirai e creai questo piatto “Pappardelle al rosmarino con ragù di coda, cavolo nero e pecorino Toscano”. Un mio collega soprannominò il piatto “Rasta Pasta”. Da allora nacque la mia famosa Rasta Pasta.