L a Chiesa Matrice a Mola di Bari.

La Chiesa Matrice a Mola di Bari.

Artisti dalmati nella Puglia del XVI secolo

Di Paola Lisimberti e Antonio Todisco

Schena Editore, Fasano 1997

Ecco un libro che si rivela perfetto per gli amanti dell’arte e dell’antichità, nonché gli appassionati della cronistoria pugliese e dei suoi monumenti. Con un linguaggio atipicamente nitido e senza eccessivi giri di parole, gli autori ci presentano la ricostruzione di un passato che lega la costa dalmata ed i suoi artisti alla città di Mola di Bari, rendendo l’argomento molto interessante anche ai novizi del settore. Chiunque voglia riscoprire un poco parte degli intrecci che hanno costituito e costruito il substrato socioculturale della nostra multiforme etnia troverà quindi in questo volume appagamento al suo desiderio di conoscere senza dovere percorrere un sentiero di particolare complessità o pedanteria linguistica generalmente riscontrabile in questo tipo di pubblicazione.

Appassionante la costruzione dei rapporti che collegano la scuola artistica di varie “famiglie”, quali gli Astori, i Bergamo, i De Zorzi e i Dossena (avi del recensore) alla scultura friulana nella Slovenia e poi, di riflesso, al prodotto finale in Puglia. Scoprire che questi artisti dalmati, che costruirono o rifinirono molte delle opere pugliesi del tempo, tra le quali la Chiesa Matrice di Mola di Bari, impararono il mestiere da questi nostri artisti nel Nord per poi portare l’arte appresa nella Dalmazia e quindi esportarla in Italia con le dovute variazioni ed influenze della loro terra mi è parsa una circostanza più che stuzzicante ed è una riprova che l’Italia è sempre stata un apprezzabile centro di scambi culturali e che l’unità politica è stata solo frutto di una necessità fondamentale socioculturale e non una forzatura.

Interessante pure l’appendice, con documenti in latino e italiano cinquecentesco e un riassunto descrittivo della storia della Chiesa Matrice in lingua inglese.

Un volume degno d’attenzione che merita di essere letto, specialmente dagli studiosi del settore.

VOCABOLARIO ETIMOLOGICO ILLUSTRATO DEL DIALETTO MOLESE.

VOCABOLARIO ETIMOLOGICO ILLUSTRATO DEL DIALETTO MOLESE

Pubblicato su L’Idea N.15, VOL. II, 2002,  NY 

Firmato da Antonio Abatangelo ed Antonio Palumbo, questo volume, pubblicato nel novembre 2001, raggiunge il proprio scopo con mirabile precisione. L’aspirazione degli autori, difatti, era di “voler concorrere all’abbattimento di quel muro che ancora si oppone alla possibilità di poter testimoniare alle future generazioni, e in modo integrale, quel poco di verace che ancora ci rimane nella nostra cultura popolare; canti, poesie, modi di dire, proverbi, ricordi in genere, i cui contorni si fanno sempre più evanescenti poiché confortati dalla sola capacità mnemonica.” Una testimonianza di “qualcosa” che, inesorabilmente, giorno dopo giorno, è appiattito dalla globalizzazione, dall’integrazione all’italiano, dalle continue influenze esterne. Un omaggio quindi non solo al dialetto molese, ma anche ad un sistema di vita che, come il dialetto, stenta a sopravvivere.

Racchiuso in una confezione esteticamente piacevole, quest’opera si presenta di facile digestione anche per i non addetti al lavoro. La prefazione racchiude difatti una breve ma precisa esplicazione dello scopo del volume, mentre la premessa presenta in un linguaggio accessibile la spiegazione dell’uso dei simboli fonetici.

La prima parte del Vocabolario, che interpreta la parola del dialetto molese in italiano, è approfondita senza essere dispersiva ed è adornata da molteplici illustrazioni, alcune prettamente supplementari al significato, alcune invece strettamente necessarie a comprendere l’espressione o il vocabolo, data l’obsolescenza d’impiego di tale parola. Vecchi oggetti o professioni tornano alla mente grazie all’illustrazione e permettono alle parole di riprendere dimensione nel contesto della conoscenza dialettale dell’individuo.

La seconda parte, non illustrata, presenta parole italiane con la traduzione in molese e permette di rintracciare il vocabolo dialettale, e la sua corretta pronuncia, qualora lo si fosse scordato.

Un libro interessante che dovrebbe trovare un campo fecondo d’interesse nei componenti della comunità molese e pugliese statunitense che potranno, come asserisce la Dottoressa Mariateresa Colotti nella sua presentazione, “sfogliare il testo, leggerlo agli amici, divertirsi con la loro stessa lingua, o additarla ai figli e nipoti come un valore, qui finalmente racchiuso e pronto all’uopo…”

Gli studiosi di fonetica, linguistica, folclore e di dialetti in particolare, troveranno in quest’opera una fonte inesauribile e autorevole d’informazione sul dialetto molese.