Quello che ho svolto…l’ho sempre fatto con passione e curiosità. Intervista esclusiva con lo scrittore Alberto Cioni [L’Idea Magazine 2021]

Intervista di Tiziano Thomas Dossena

Alberto Cioni ha vissuto per lunghi periodi tra la Toscana e la Gran Bretagna. Nel febbraio del 2001 ho collaborato con la BBC di Londra a una trasmissione televisiva di lingua italiana dal titolo Italian Journey, come redattore di testi e di dialoghi. Negli anni seguenti ha lavorato per delle case editrici di Firenze come redattore e correttore di bozze, tra cui EdM ed Edizioni Polistampa e nel 2004 ha trascritto le memorie e curato la parte iconografica del libro autobiografico di Giuliana Rossi (la moglie fiorentina dell’attore Carmelo Bene) dal titolo I miei anni con Carmelo Bene, pubblicato da EdM l’anno successivo.
Dopo i suoi lavori nell’editoria ha svolto alcune collaborazioni come tecnico-giornalista per Radio Radicale, poi con dei quotidiani fiorentini tra cui «Il Nuovo Corriere di Firenze» e il «Corriere Fiorentino/Corriere della Sera».
Il suo romanzo, dal titolo Uno, è stato pubblicato nel maggio del 2020 dalla casa editrice Ensemble Edizioni di Roma.
Ha lavorato come comparsa, figurazione speciale, controfigura, per diverse produzioni cinematografiche americane, italiane, britanniche e per spot pubblicitari per la Tv italiana, tutti ambientati in Toscana, tra cui il film Hannibal di Ridley Scott, The face of an angel di M. Winterbottom dove interpreto uno dei tanti giornalisti, Inferno di Ron Howard, e altre partecipazioni per film, spot pubblicitari e serie televisive italiane/internazionali.

Alberto Cioni alla presentazione del libro Uno, Conventino Caffè Letterario, Firenze 10.10.20)

Tiziano Thomas Dossena : Nel febbraio del 2001 hai collaborato con la BBC di Londra a una trasmissione televisiva di lingua italiana dal titolo Italian Journey. Fu questo il tuo esordio come redattore? Come arrivasti alla BBC?
Alberto Cioni: Sì esattamente, a metà febbraio del 2001 ho collaborato con la BBC di Londra presso la loro sede BBC White City a Wood Lane, come redattore di testi e di dialoghi di lingua italiana per la trasmissione televisiva “Italian Journey”. Il lavoro consisteva prevalentemente nel trascrivere e revisionare i sottotitoli italiani del programma, e di fornire consulenza e supporto con approfondimenti culturali riguardo la lingua, e altre conoscenze relative la Toscana e l’Italia. Questa collaborazione con la BBC parte più o meno a metà degli anni Novanta, quando avevo frequentato i corsi di letteratura italiana all’Università di Edimburgo. Una mia ex compagna di questi corsi, di nazionalità inglese, completati i suoi studi accademici iniziò a lavorare alla BBC di Londra, fino a diventare una responsabile. Al termine del reportage/documentario “Italian Journey” che aveva realizzato con la sua troupe televisiva nel 2000 in Toscana e in Emilia Romagna, mi chiese se fossi interessato e disponibile a collaborare a questo progetto, occupandomi della redazione dei sottotitoli, dialoghi. Nel 2000-2001 stavo scrivendo la mia tesi in letteratura italiana dal titolo “Arturo Loria e Il Mondo” (tesi sullo scrittore fiorentino Arturo Loria e sulla nascita del giornale Il Mondo, da lui fondato con Eugenio Montale e Alessandro Bonsanti a Firenze nel 1945) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. Così accetto la proposta della mia ex-compagna di studi, e mi trasferisco nel febbraio del 2001 a Londra, città nella quale avevo già vissuto negli anni precedenti, per collaborare a questo programma per la televisione. La mia prima esperienza come redattore.

A. Cioni nel Film Inferno di Ron Howard, Firenze 2015

Tiziano Thomas Dossena : Dopo di ciò hai lavorato per delle case editrici di Firenze, sempre come redattore. Che cosa ti è rimasto di quella esperienza?
Alberto Cioni: Dopo essermi laureato nell’estate del 2001 ho iniziato a cercarmi un lavoro nell’editoria come redattore, editor, che in quel periodo erano le professioni cui aspiravo maggiormente. Ho iniziato a collaborare con alcune case editrici dell’area fiorentina, tra cui E-ducation.it / Scala Group, con cui ho partecipato come redattore al progetto Le antologie della poesia straniera, una serie di antologie di poesia greca, latina, italiana, russa e francese che venivano vendute insieme al giornale «la Repubblica». In seguito ho collaborato con la casa editrice EdM con un diverso progetto, trascrivendo le memorie e curando la parte iconografica del libro autobiografico di Giuliana Rossi (che era stata la prima moglie fiorentina dell’attore Carmelo Bene) dal titolo I miei anni con Carmelo Bene, libro successivamente pubblicato sempre da EdM nel 2005. Poi sono seguite altre brevi collaborazioni con alcune case editrici. Tuttavia l’esperienza di redattore nelle case editrici mi è tornata più volte utile, ad esempio quando ho svolto il lavoro di giornalista, riconoscendo abbastanza facilmente errori, refusi che a volte potevo trovare nei miei articoli prima di essere pubblicati, sia quando ho lavorato sulle bozze del mio romanzo prima della sua pubblicazione con i redattori della casa editrice.

Tiziano Thomas Dossena : Poi hai fatto pratica come tecnico-giornalista. Puoi parlarci un poco di questo periodo della tua vita?
Alberto Cioni: Nell’ultimo anno di università e durante le mie collaborazioni con le case editrici mi ero avvicinato al giornalismo iniziando a scrivere di cronaca per il quotidiano “Il Corriere di Firenze”, che poi divenne “Il Nuovo Corriere di Firenze”. In seguito entrai in contatto con la redazione di Radio Radicale della sede di Firenze, con cui iniziai a collaborare come tecnico-giornalista seguendo le attività politiche nel centro Italia, Toscana, Emilia Romagna e Marche. Questo lavoro consisteva nella registrazione audio di convegni, incontri, congressi di partiti e di politici italiani che si svolgevano in diverse città e luoghi, come gli hotel, le librerie, le piazze, i palazzetti dello sport, le università, le feste dell’Unita e dell’Amicizia etc. Le tracce audio di queste registrazioni le inviamo poi alla sede centrale di Radio Radicale di Roma per essere trasmesse.

Tiziano Thomas Dossena : Ti sei anche dedicato alla letteratura scrivendo due romanzi, uno ancora inedito e l’altro pubblicato nel 2020 dalla casa editrice Ensemble Edizioni di Roma. Vorresti parlarci di questo tuo debutto come autore nel campo editoriale?
Alberto Cioni: Sì, “Uno” è il mio secondo romanzo, il primo pubblicato dalla casa editrice Ensemble. Si tratta di un libro sul genere del romanzo di formazione.
Pietro Neveni, il protagonista, descrive in prima persona il suo viaggio iniziatico – e la sua ambizione di diventare uno scrittore – dal paese di provincia da cui proviene, al suo trasferimento prima a Milano, dove si iscrive all’Università che frequenta soltanto per pochi mesi, per poi spostarsi a Parigi, dove in gran parte è ambientato il romanzo. Nel capoluogo lombardo trova un lavoro come assistente bibliotecario, ma soprattutto incontra François, un ragazzo parigino che studia all’Accademia di Belle Arti, con cui nasce un’amicizia di natura intellettuale. Pietro dopo questo incontro, che cambierà il suo destino, sarà incoraggiato da François a proseguire nella ricerca del suo sogno di diventare uno scrittore, tanto da ospitarlo nel suo appartamento parigino alla ricerca di quell’ispirazione che Pietro sembra non riuscire a trovare a Milano.
Il romanzo è incentrato su diversi dialoghi e conversazioni di natura letteraria e artistica, affronta temi di vita introspettiva, e in prevalenza parla della vocazione, che è uno dei temi ricorrenti del libro, dell’ossessione che può scaturire da un’ambizione letteraria, che va oltre le esigenze e le richieste che ogni giorno la vita ci rivolge, le quali rischiano tuttavia di rallentare e di compromettere la ricerca del nostro destino, della stessa vocazione.

Tiziano Thomas Dossena : Il tuo primo romanzo breve di che cosa trattava?
Alberto Cioni: Prima di “Uno” avevo cercato di pubblicare un breve romanzo su una banda di bambini-ragazzini, una storia che cercava di ispirarsi alle avventure evocate ne I ragazzi della via Pál di F. Molnár e Il signore delle mosche di W. Golding. Il tema principale di questo romanzo inedito voleva essere la ribellione, con i suoi risvolti positivi e negativi, la ribellione radicale di una banda di questi bambini-ragazzini nei confronti degli usi e della vita in generale.

Tiziano Thomas Dossena : Hai altri progetti letterari in lavorazione?
Alberto Cioni: Ho delle idee, tra cui forse anche di scrivere il continuo di “Uno”.

Alberto Cioni nel film The face of an angel di M. Winterbottom, Siena 2013

Tiziano Thomas Dossena : Oltre al giornalismo e all’editoria, vedo che hai anche interessi nel mondo del cinema. Hai lavorato come comparsa, figurazione speciale, controfigura, per diverse produzioni cinematografiche americane, italiane, britanniche. Quali parti hai fatto e in quali film?
Alberto Cioni: La prima esperienza come comparsa è avvenuta nel 2000 a Firenze nel film Hannibal di Ridley Scott, con Hannibal Lecter interpretato da Anthony Hopkins, con Giancarlo Giannini. In seguito ho interpretato uno dei giornalisti nel film The face of an angel di M. Winterbottom, con l’attrice Kate Beckinsale, gli attori Daniel Brühl, Valerio Mastrandrea, un film sul giornalismo investigativo ispirato a un fatto di cronaca, il delitto di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel 2007. Nel film Inferno di Ron Howard con Tom Hanks e Felicity Jones, ambientato in parte a Firenze, sono stato uno degli agenti della CIA. Mentre come controfigura ho sostituito per alcuni giorni la controfigura ufficiale all’attore australiano Christopher Egan nel 2009 a Siena nel film Letters to Juliet di Gary Winick, con Amanda Seyfried, Vanessa Redgrave, Franco Nero.

Poi altri piccoli ruoli per altrettante importanti produzioni cinematografiche / televisive italiane e internazionali, tra cui il film Il giovane favoloso su Giacomo Leopardi diretto da Mario Martone, e la serie televisiva statunitense “Hannibal”, dove alcuni episodi di questa serie furono girati nel 2014 a Firenze con la regia del Premio Oscar Guillermo Navarro, che per una scena mi scelse come autista di Hannibal Lecter, interpretato in quell’occasione dall’attore Mads Mikkelsen.

Alberto Cioni nel film Il giovane Favoloso di Mario Martone, Firenze 2013)

Tiziano Thomas Dossena : Pensi di dedicarti alla recitazione cinematografica in futuro?
Alberto Cioni: Mi piace molto il cinema, e sono affascinato dai bravi attori e dal loro talento. In realtà, pur avendo vissuto molti film dall’interno, e visto recitare da vicino dei grandi attori, non ho mai veramente pensato di fare questo mestiere, ma soprattutto credo di non esserne in grado. Anche quando iniziai circa venti anni fa a fare queste prime esperienze nel cinema, pensavo all’incirca allo stesso modo.

Tiziano Thomas Dossena : Organizzi anche mostre d’arte e hai redatto libri d’arte. Da dove è nato questo tuo interesse per l’arte?
Alberto Cioni: La passione per l’arte mi è nata durante gli anni universitari, frequentando da lì in poi sempre più mostre di arte contemporanea. Poi ho cominciato a lavorarci in questo ambiente, prima con delle collaborazioni, poi con maggiore continuità con artisti toscani, redigendo alcuni libri d’arte e contribuendo all’allestimento di alcune mostre personali e collettive.

Tiziano Thomas Dossena : Il tuo sentiero creativo sembra aver seguito molte ispirazioni e hai ottenuto concreti successi in tutti i campi nei quali hai messo a fuoco le tue energie. Quale pensi che sarà il tuo prossimo futuro professionale? Cinema? Editoria? Arte? Oppure tutte e tre? Come vorresti che ti descrivessero le persone che parlano di te?
Alberto Cioni: Quello che ho svolto, soprattutto nel campo della cultura e del giornalismo, l’ho sempre fatto con passione e curiosità. Per questo, fin quando ho avuto l’occasione, ho proseguito queste professioni, anche se il mio interesse primario va alla scrittura letteraria, che spero di riuscire a portare avanti con la realizzazione di nuovi romanzi.

Tiziano Thomas Dossena : Chi è la persona che ti ha influenzato di più come uomo e come professionista? 
Alberto Cioni: I miei genitori. Inoltre senza il loro apporto avrei avuto molte più difficoltà a intraprendere e affrontare certi percorsi e certe professioni.

Tiziano Thomas Dossena : Se tu dovessi descriverti con tre aggettivi, quali sarebbero?
Alberto Cioni: Credo di essere abbastanza determinato. Quando ho voluto raggiungere i miei obiettivi, credo di esserci riuscito. L’altro la curiosità, il terzo forse la timidezza.

Tiziano Thomas Dossena : Come persona completamente bilingue, ti trovi a volte a pensare in una lingua e dover “translare” mentalmente nell’altra lingua per esprimere un concetto? Hai mai pensato di scrivere un romanzo in inglese?
Alberto Cioni: Pensare in una doppia lingua mi era capitato nel passato quando avevo vissuto per lunghi periodi in Gran Bretagna. Adesso questo non succede più. Mentre le mie competenze della lingua scritta inglese non sono mai state così avanzate da poter scrivere un giorno un romanzo con questo idioma.

Tiziano Thomas Dossena : Sogni nel cassetto?
Alberto Cioni: Vorrei non disperdere l’energia per scrivere, oltre alle idee e alla volontà che sono necessarie per comporre libri.

Tiziano Thomas Dossena : Se tu potessi incontrare e parlare con una persona del passato o del presente, qualsiasi persona, chi sarebbe e che cosa diresti a lui/lei?
Alberto Cioni: Non saprei esattamente, forse quello che in quel momento questa persona mi può suscitare, incuriosire.

Tiziano Thomas Dossena : Un messaggio per i nostri lettori?
Alberto Cioni: Mi auguro che il mio romanzo dal titolo “Uno” che vi ho appena presentato, possa generarvi la curiosità di leggerlo, e soprattutto che possa essere di vostro gradimento.

“Innamorata della vita”. Intervista esclusiva con la regista teatrale e autrice Iliana Iris Bellussi. [L’Idea magazine 2021]

Intervista di Tiziano Thomas Dossena

La milanese Iliana Iris Bellussi ha pubblicato cinque romanzi ed è in procinto di pubblicarne un sesto. Tutto questo dopo una lunga carriera nel teatro amatoriale e nell’insegnamento. Avendola conosciuta molti anni fa, sono orgoglioso di presentarvela.

L’Idea MagazineIliana, noi ci siamo conosciuti molti anni fa, quando facevamo parte della compagnia teatrale “Il teatro dei Nove”. Periodo eccitante per tutti noi, allora giovani. Ricordo che Valentino Bompiani, noto scrittore e drammaturgo, fu tra il pubblico ad una nostra rappresentazione di una sua opera teatrale e che rimanemmo estasiati da tale opportunità. Tu e tuo marito facevate parte della compagnia già prima di me, e poi avete continuato a recitare. Immagino che avrete avuto molte altre esperienze eclatanti…

Milano – Teatro Olmetto – 1981
Iliana Iris Bellussi e Tiziano Thomas Dossena in scena durante una rappresentazione.

Iliana Iris Bellussi: Certo in quegli anni, quando eravamo giovani, ogni emozione era più intensa! In seguito il periodo più esaltante della nostra esperienza teatrale è stato sicuramente quello legato al regista Luigi Squarzina. Gli avevo telefonato a Roma per ottenere il permesso di rappresentare il suo “Siamo momentaneamente assenti” una commedia che mi aveva catturato fin dalle sue prime battute e avrei tanto desiderato mettere in scena. Telefonare ad un uomo di tale prestigio e fama mi aveva intimorito non immagini quanto e invece lui si rivelò da subito una persona simpatica, generosa e incuriosita del nostro mondo amatoriale. Senza esitazione ci concesse l’autorizzazione e venne anche da Roma ad assistere alla prova generale e poi alla prima. Immagina la nostra ansia e la preoccupazione durante la prova. Temevamo che avrebbe bloccato il lavoro. Io mi sentivo particolarmente responsabile in quanto regista e protagonista femminile. E invece ne fu molto contento, e ci inviò altre sue commedie che secondo lui avremmo potuto fare. Ne nacque una bella amicizia e un grande sostegno da parte sua. Sempre disponibile a rispondere a dei chiarimenti e a venire da Roma nel corso delle prove. Per noi dilettanti è stata un’esperienza davvero memorabile. In seguito con lui abbiamo fatto diversi stage di teatro ed è stato un percorso davvero costruttivo e umanamente emozionante. “Siamo momentaneamente assenti” è sicuramente il lavoro che porterò sempre nel cuore.

L’Idea MagazineHai anche fatto la direzione artistica e la regia per molti anni? Hai trovato molto differente l’esperienza?
Iliana Iris Bellussi: Diciamo che mi sono sentita più a mio agio dietro le quinte. La recitazione mi ha sempre appassionato molto ma al tempo stesso anche creato dubbi e perplessità, a livello personale intendo. Non mi sentivo del tutto a mio agio nei panni dell’attrice. Forse sì, ho preferito la regia, la ricerca dei testi, lo studio e il vedere soprattutto il lavoro prendere forma.

Teatro Olmetto a mIlano, 1981.
Nella foto, in piedi da sinistra: Carlo D’Adda (marito di Iliana Iris Bellussi), l’autrice e Gaetano Meli (regista).

L’Idea MagazineHai anche scritto vari testi teatrali, uno dei quali, “Buongiorno Giacomino, buongiorno Fernandina”, è stato portato in scena. Di che cosa trattava?
Iliana Iris Bellussi: Era un lavoro metateatrale. Una compagnia molto male in arnese stava mettendo in scena il suo nuovo lavoro mentre, dietro le quinte, si dipanavano i problemi esistenziali degli stessi attori come  amori non risolti, divergenze caratteriali, nevrosi, omosessualità non dichiarata, oltre alle difficoltà oggettive e pratiche dell’allestimento teatrale, corde del sipario che si spezzavano per logoramento o strutture perennemente sbilanciate. Come non bastasse, la simulazione di suicidio da parte di un attore della compagnia e la sua ricomparsa non priva di stupore, suo, che mai avrebbe immaginato di essere stato preso sul serio, e dei compagni che pensano di trovarsi di fronte ad un fantasma, mette a nudo i rapporti umani.
Il titolo deriva dalla consuetudine propria del nostro gruppo reale “ il nuovo teatro dei nove”  di fare un rito propiziatorio prima di entrare in scena, importato da un compagno napoletano che possedeva due piccolissimi gufetti che tutti noi, distribuiti in cerchio, dovevamo omaggiare dicendo appunto: “ Buongiorno Giacomino, buongiorno Fernandina”.

Il cast di Buongiorno Giacomino

L’Idea MagazineNegli ultimi anni ti sei dedicata principalmente ai romanzi. Hai deciso di abbandonare il teatro oppure ti dedichi a tutte e due le attività? 
Iliana Iris Bellussi: Diciamo che il teatro è ormai parte del passato, per scelta, e la scrittura dei romanzi del presente.
Ricordo che Squarzina diceva che nella vita bisogna fare più cose, per esattezza tre cose, non so perché proprio tre. Ho capito a distanza di tempo cosa volesse dire. Se fai una sola cosa ti annoi, ti prosciughi, bisogna cambiare, guardare in più direzioni.

L’Idea Magazine: Esiste una comunalità di argomento o personaggio tra i tuoi cinque romanzi o sono tutti completamente indipendenti uno dall’altro?
Iliana Iris Bellussi: Direi che sono tutti diversi fra loro. Una mia cara amica dice addirittura che sembrano scritti da persone diverse.

L’Idea MagazineIl tuo primo romanzo, A che cosa c’è servito Freud”, è del 2009. Qual è la trama? Nel scriverlo, hai tratto ispirazione dal fatto che hai insegnato filosofia per tanti anni?
Iliana Iris Bellussi: È una storia difficile da raccontare, mi fa ancora male. Mi era venuto in mente di scrivere la storia degli anni ‘70, gli anni dell’università, e di parlare della straordinaria amicizia con un mio compagno, direi un fratello. Avevo immaginato di raccontare a lui che era caduto, nell’invenzione fantastica, in uno stato di depressione comatosa, tutto il nostro passato. Poi lui si sarebbe ripreso e ci sarebbe stato il lieto fine. Purtroppo, quando avevo iniziato già a scrivere, lui ha avuto realmente un aneurisma ed è morto.
L’ho voluto scrivere lo stesso, raccontando della nostra bella amicizia e di quegli anni naturalmente, in cui studiavamo filosofia e pensavamo che Freud ci avrebbe salvati.

L’Idea MagazineHai seguito con “Una storia d’amore” nel 2014.  Da dove è nato questo romanzo?
Iliana Iris Bellussi: Dal desiderio di ricostruire con la fantasia la storia della mia famiglia natale, storia della quale mi mancavano troppi pezzi che nella realtà non avrei più potuto rintracciare. Una storia d’amore nei confronti della mia famiglia, in sintesi.

L’Idea MagazineNel 2016, hai pubblicato “Un té dalla zietta”. Che cosa cercavi di trasmettere ai lettori in questo tuo romanzo?
Iliana Iris Bellussi: Volevo parlare delle donne in età, le sessantenni, e mi sono rifatta ai racconti fatti da alcune amiche. Gelosie, paura per l’età che avanza, rapporti conflittuali con l’immancabile nuora antipatica, senso di inadeguatezza e tanti segreti che vengono a galla nel corso della storia come quello della zietta che, in punto di morte, si rivela completamente diversa da come i nipoti avevano sempre immaginato.

L’Idea MagazineHai seguito nel 2017 con “Ninin parla con i gatti”, un libro che ha vinto nel 2018 il secondo premio di narrativa edita al Concorso Letterario Internazionale “Gian Antonio Cibotto” e che è stato finalista al premio “ Percorsi Letterari”. Che argomento tratta questo romanzo?
Iliana Iris Bellussi: La violenza sulle donne. Ho costruito con la fantasia una storia familiare segnata dalla violenza, proprio perché volevo cercare di capire come sia possibile una realtà così diffusa. Ninin è  figlia di una relazione conflittuale e di un padre violento, è una bambina un po’ strana, parla con le presenze, come quella del nonno che lei non aveva mai potuto conoscere ma che le starà sempre vicino dandole il suo sostegno, e che da adulta, dopo essersi laureata in medicina, grazie alle sue capacità medianiche diventerà una diagnosta speciale.

L’Idea MagazineIl tuo ultimo romanzo pubblicato è “Magritte e il cavallino biondo”.  Ho trovato interessante il concetto di ricreare la vita di un artista fondendo realtà e fantasia. Che cosa ti ha spinto a tale scelta?
Iliana Iris Bellussi: Direi il mio grande amore per Magritte. Quando ho visto in una sua personale “L’impero delle luci” mi sono commossa in modo inverosimile.
Ho voluto ricostruire la sua vita basandomi su alcune sue opere e sul quel poco che ha raccontato di sé. Ho immaginato la sua infanzia, la nevrosi di sua madre poi suicida, i suoi rapporti con le donne, la bambina conosciuta al cimitero alla quale avrebbe dedicato nel mio immaginario “la ragione pura” che rappresenta un cavallo biondo con sembianze  umane, da cui il titolo, e l’altra, sua moglie Georgette, seguendo quei pochi elementi che la sua narrazione ci ha fornito. Forse ho voluto vedere cosa ci fosse dietro quella sua totale e apparente normalità.

L’Idea MagazineIliana, hai insegnato per molti anni storia e filosofia. Ti mancano i tuoi studenti? 
Iliana Iris Bellussi: Certo, tantissimo. È stato un lavoro molto bello. È stato bello poter insegnare la materia che avevo scelto di studiare all’università. Non è possibile a tutti. Per lavoro avrei potuto essere costretta a scegliere di insegnare italiano, e per me non sarebbe stata la stessa cosa.  È stato molto arricchente confrontarmi con loro sulle tematiche filosofiche. I ragazzi, non tutti ma molti sicuramente, sono molto interessati al confronto filosofico. Ho bellissimi ricordi di quegli anni e per fortuna con Facebook ho ritrovato, se pur virtualmente, diversi alunni.

L’Idea MagazineScrivi anche poesie e alcune sono state inserite in un catalogo dell’artista Elena Rede. Come è nata questa cooperazione tra te e l’artista?
Iliana Iris Bellussi: Elena Rede è per me un po’ come Magritte. Mi sono innamorata delle sue opere e mi è venuto spontaneo scrivere su alcune di esse alcuni pensieri, poesie. Le sono piaciute e le ha volute pubblicare. È un’artista davvero straordinaria, ti consiglio di guardare le sue opere su Google e quando vieni in Italia di visitare il suo atelier. Magico.

L’Idea MagazineOra stai sperimentando un nuovo approccio per il tuo prossimo libro. Vuoi parlarne?
Iliana Iris Bellussi: Il curatore editoriale di Leone Editore mi ha proposto di partecipare a questa campagna. Mi sembrava interessante, una bella sfida, e ho accettato. Ogni giorno devo pensare a cosa scrivere sui social per attirare potenziali lettori del romanzo, preparare dei video per raccontarmi. Carlo, mio marito, che tu conosci bene, mi sostiene leggendo con la sua bella voce dei brani del romanzo. L’ha sempre fatto, anche quando facevo le presentazioni dei libri in presenza, e indubbiamente l’evento diventava più interessante e coinvolgente. Comunque l’obiettivo da raggiungere è quello di conquistare 200 potenziali lettori in 180 giorni per aver diritto alla pubblicazione. È difficilissimo ma ce la sto mettendo tutta.

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L’Idea MagazineHai qualche altro progetto in lavorazione?
Iliana Iris Bellussi: Un altro romanzo già scritto che mi piacerebbe poter pubblicare. E poter fare qualche piccolo viaggio. Un po’ di libertà, insomma, che auguro a tutti. Speriamo!

L’Idea MagazineIn un periodo come quello in cui viviamo, questa situazione di Lockdown, quarantena ed isolamento ti permette di scrivere di più o non influisce in alcun modo sulle tue attività di autrice?
Iliana Iris Bellussi: Per me è stata una bella risorsa scrivere. Mi ha fatto compagnia, mi ha aiutato a riempire le giornate e farmi sentire viva. Non è così scontato in questo periodo. Comunque i libri da scrivere o da leggere, sono sempre dei bei compagni.

L’Idea MagazineScrivi anche racconti o novelleHai mai inserito dei personaggi reali come amici o parenti nelle tue storie?
Iliana Iris Bellussi: Non sono capace di scrivere racconti o novelle, non mi viene facile. Nelle mie storie ci sono spesso racconti che ascolto nella realtà e alcuni personaggi catturano certamente le personalità di persone che conosco, però sono un po’ mescolate fra di loro, non c’è mai una persona così come la conosco papale papale.

L’Idea MagazineSe dovresti definirti con tre aggettivi, quali sarebbero?
Iliana Iris Bellussi: Testarda, razionale, rompiscatole. Ma sempre innamorata della vita.

L’Idea MagazineSogni nel cassetto?
Iliana Iris Bellussi: Scrivere e pubblicare. E stare in buona salute. Di questi tempi sembra un sogno nel cassetto.

L’Idea MagazineSe tu potessi incontrare un personaggio del passato o del presente e porre qualsiasi domanda, chi sarebbe e che cosa chiederesti?
Iliana Iris Bellussi: Ho sempre amato molto Giuseppe Garibaldi. Gli chiederei di venire a sistemare il nostro paese.

L’Idea MagazineUn messaggio per i nostri lettori?
Iliana Iris Bellussi: Nessun messaggio tipo” andrà tutto bene” perché mi pare che non abbia funzionato molto. In questo momento direi” affidiamoci alla scienza” che nella storia ha contribuito di gran lunga a migliorare le nostre condizioni di vita. Mi sembra che ce lo stiamo dimenticando. E “incrociamo le dita”, naturalmente.

La musica è stata sempre compagna fedele di vita. Intervista esclusiva con il Direttore d’Orchestra Alessandra Pipitone. [L’Idea Magazine 2021]

Intervista di Tiziano Thomas Dossena

Tiziano Thomas Dossena Alessandra, l’orchestra che dirigi sta ricevendo molta attenzione negli ultimi tempi, nonostante la drammatica situazione con il Covid. Che cosa ti ha spinto a creare questo tipo di orchestra, con tutte componenti femminili? Crearla dal nulla sono sicuro non è stata un’opera facile. Potresti dirci quali furono gli ostacoli iniziali e come li superasti? Le musicista sono tutte siciliane o anche di altre parti d’Italia?
Alessandra Pipitone: L’orchestra nasce nel 2017 quando fui chiamata da un carissimo amico gestore di un teatro dell’agrigentino, il quale mi invitò a creare un’orchestra tutta al femminile per dare un importante contributo di solidarietà nella giornata dedicata alla violenza di genere. Da quel momento nasce Women Orchestra, un connubio di donne tutte siciliane, tenaci e motivate, straordinarie professioniste appassionate che insieme a me continuano a credere al progetto per dare il nostro contributo artistico e morale. Devo riconoscere che non è stato difficile creare il gruppo, perché quando alla base ci sono obiettivi importanti, le donne sanno mostrano il loro reale valore!

Tiziano Thomas Dossena Con la Women Orchestra, avete fatto molti concerti da quando è stata attivata?
Alessandra Pipitone: Abbiamo fatto diversi concerti durante questi quattro anni di attività ma la vera svolta è arrivata lo scorso settembre quando Women Orchestra è approdata in tv facendosi conoscere al grande pubblico nella trasmissione “Tu sì que vales” su Canale 5. Questa grande visibilità mediatica ci ha permesso di farci conoscere un po’ ovunque, in Italia e all’estero, per cui lo scorso 16 dicembre, poi, siamo state ospiti dell’“Eu Web Awards” al Teatro Verdi di Pisa, insieme a Sting (da remoto), per la premiazione dei migliori siti Web dell’anno. Il 25 giugno prossimo parteciperemo, inoltre, all’“Io Talent Europe”, un tour che prevede 16 tappe europee nelle quali si esibiranno diversi talenti provenienti da ogni parte del mondo.

“WOMEN ORCHESTRA, UN CONNUBIO DI DONNE TUTTE SICILIANE, TENACI E MOTIVATE, STRAORDINARIE PROFESSIONISTE APPASSIONATE”

Tiziano Thomas Dossena Tra le vostre varie performance avete anche scelto di suonare la musica di Ennio Morricone. Che cosa ti ha portato a questa scelta e quale è stato il risultato?
Alessandra Pipitone: Morricone innegabilmente è uno dei Maestri italiani che ha saputo più di tutti scrivere musica che sappia toccare le corde dell’anima. La sua musica è ora seta, ora sentimento, ora pieno furore e sicuramente è la più amata dal pubblico perché con la sua semplicità riesce a raccontare le storie di noi tutti. Dentro ai suoi spartiti c’è cuore e anima, prima che note, e forse è per questo che la sua musica è così eseguita, ascoltata, preferita da milioni di persone. E chi meglio di noi donne può esprimerne la forte sensibilità racchiusa dentro ai suoi capolavori? Il nostro legame con la sua musica è fortissimo e per questo motivo abbiamo deciso di progettare un intero concerto dedicato al Maestro ma di cui abbiamo potuto solamente proporre una parte lo scorso dicembre durante un recital natalizio. Attendiamo la prossima stagione per presentare l’evento completo al pubblico.

“ENNIO MORRICONE. E CHI MEGLIO DI NOI DONNE PUÒ ESPRIMERNE LA FORTE SENSIBILITÀ RACCHIUSA DENTRO AI SUOI CAPOLAVORI? “

Tiziano Thomas Dossena Quali sono i tuoi programmi futuri, sia con l’orchestra sia personali? Pensi che quando questa situazione con la pandemia terminerà, verrai anche a New York con la Women Orchestra?
Alessandra Pipitone: Continuare a coltivare sogni è il modus vivendi che permette all’essere umano di sentirsi veramente vivo. Per questo motivo continuerò a progettare eventi nuovi e diversi affinché ci sia un sempre rinnovato entusiasmo nell’accogliere repertori nuovi e freschi. New York sicuramente è una delle mete più ambite dove mi piacerebbe portare l’Orchestra. Viaggiare ci piace molto e ci lega sempre di più. Venire in America tutte insieme sarebbe un’occasione davvero unica per noi, una vera boccata di ossigeno e di novità, un’esperienza come poche.

Tiziano Thomas Dossena Tu dirigi anche l’Orchestra Filarmonica della Sicilia.  Che differenza hai trovato nel dirigere queste due orchestre?
Alessandra Pipitone: La passione e l’impegno sono identici. Sono due orchestre meravigliose, i musicisti sono amici più che semplici colleghi, e il presidente delle stesse, Nuccio Anselmo, è per me un fratello, un compagno di avventure. Con lui progettiamo continuamente nuove esperienze, muoviamo masse di artisti tra cori, musicisti, attori e ballerini. Insieme prepariamo le Opere da presentare per ogni nuova stagione concertistica, siamo una squadra. Amo entrambe le orchestre nel profondo, nasce con loro la mia dedizione alla direzione d’orchestra e per me sono come due bambine da accudire. La differenza sta sicuramente nell’approccio musicale e nella sensibilità. Un’orchestra abitata da sole donne ha una marcia in più in quanto a eleganza, non solo “fisica”, ma soprattutto spirituale. Le donne, quando cooperano insieme, fanno una magia. Inspiegabile a parole, la musica diventa spirito che parla al cuore.

Tiziano Thomas Dossena Allora intendi solo dirigere orchestre o pensi anche di suonare il piano come concertista in un futuro prossimo?
Alessandra Pipitone: Il pianoforte è il mio primo amore e non si scorda mai! Continuo a suonarlo e intendo continuare a collaborare con cantanti e musicisti nel prossimo futuro. Non mi sono mai dedicata al concertismo solistico perché amo lavorare con gli altri, amo organizzare le prove, gli incontri, la pizza dopo lo spettacolo, le risate prima e dopo gli eventi. Devo stare con la gente; per questo motivo le mie scelte musicali sono sempre cadute sulla musica d’insieme e ho approfondito gli studi al conservatorio in merito alla musica da camera e all’Opera. Ho scoperto amori sconosciuti, e non solo, ho conosciuto artisti di fama internazionale con i quali ho avuto il privilegio di collaborare.

Tiziano Thomas Dossena Tu sei nata come pianista, ma i tuoi studi sono stati in vari aspetti della musica…
Alessandra Pipitone: Il mio iter formativo è stato molto complesso e non credo abbia mai fine. Ho cominciato con lo studio del pianoforte all’età di sette anni, anche se con scarsi successi visto che preferivo le Barbie al solfeggio! Mio padre mi affidò alle mani del mio primo Maestro e cominciai a strimpellare una Roland E20 con la quale continuai i miei lentissimi miglioramenti fino all’età di 14 anni, periodo in cui conobbi il mio Maestro di Conservatorio. Lui riuscì ad accendere in me una miccia tale che mi portò a conseguire il primo diploma accademico in pianoforte a Trapani. Da quel momento in poi la musica divenne compagna di vita e cominciai un percorso di studio e dedizione non indifferente che mi permise di approfondire altre discipline e, grazie alla città di Palermo – crocevia di artisti e intellettuali meravigliosi – entrai nei circuiti musicali che mi portarono a credere nella professione del musicista. Approdai, quindi, alla musica da camera, all’Università alla specialistica in Musicologia, al repertorio operistico tramite un biennio apposito, e per concludere agli studi di direzione d’orchestra.

Tiziano Thomas Dossena : La musica è sempre stata un punto di riferimento essenziale nella tua vita? Componi musica o pensi di farlo in futuro?
Alessandra Pipitone: La musica è stata sempre compagna fedele di vita. Nei momenti più bui te la ritrovi lì accanto che ti aiuta a sorreggere il peso delle difficoltà. Non compongo – ancora – ma sto studiando composizione e non escludo la possibilità di creare qualcosa di mio in tempi relativamente brevi. Sorpresa!

Tiziano Thomas Dossena Chi ha influenzato di più la tua decisione di diventare direttore d’orchestra e chi è l’insegnante che ha lasciato il segno più profondo sulla tua formazione musicale?
Alessandra Pipitone: Sicuramente devo ringraziare l’organizzatore del primo evento che mi ha voluto con una bacchetta in mano e a gestire il mio primo podio di fronte a decine di orchestrali, Michele De Luca. A lui devo l’inizio di una nuova vita e di nuova musica. Per il resto, molti sono stati gli insegnanti che mi hanno lasciato molto, a iniziare dai miei insegnanti di pianoforte, Salvatore Spanò e Ranieri Schicchi, il mio Maestro di Opera, Fabio Ciulla, il mio Maestro di Musica da Camera, Alberto Giacchino, il mio Maestro di Direzione d’orchestra, Carmelo Caruso, e poi due Maestri che mi hanno dato tanta fiducia e che purtroppo non ci sono più, il Maestro Giancarlo Bini e Lelio Giannetto (grande amico), i quali mi hanno lasciato un bagaglio umano e culturale incommensurabile. A loro devo l’aver compreso ciò che è la musica nel suo profondo.

Tiziano Thomas Dossena Chi è il compositore che ti affascina di più, dal punto di vista di direttore d’orchestra, e quello che hai trovato più difficile da gestire? Preferisci dirigere concerti sinfonici o opere liriche?
Alessandra Pipitone: Credo che il repertorio beethoveniano sia il più affascinante e complesso, sia dal punto di vista architettonico della struttura armonica che nel lirismo delle sue frasi; per non parlare dell’energia da sostenere dalla prima all’ultima nota. Stessa cosa vale per Brahms o per Mahler. Amo sia il repertorio sinfonico che lirico ma ho un ascendente particolare verso l’Opera, quella dove ti trovi a gestire musicisti, cantanti, coro, ballerini, scene… un’emozione mozzafiato! La letteratura sinfonica trovo che sia più difficile a livello tecnico perché il gesto deve essere sempre preciso e sempre diverso nello stesso tempo. Il repertorio lirico, invece, presenta problematiche legate alla gestione di grandi masse per cui bisogna conoscere a memoria le parti di tutti affinché si possa mettere insieme centinaia di personalità. E io lo trovo meraviglioso!! Credo di essere più tagliata per il repertorio lirico, amo le sfide! Ho già diretto Opere di Mascagni, Puccini, Verdi, Rossini e non vedo l’ora di avventurarmi sempre in nuove storie perché mi sento coinvolta emotivamente in prima persona.

“L’AMORE PER QUELLO CHE È LA MIA PASSIONE, FARE MUSICA, È STATO SEMPRE ACCANTO AL MIO ESSERE DOCENTE. I MIEI RAGAZZI SONO UN MOTIVO IN PIÙ PER DARE IL MIO CONTRIBUTO ALLA CULTURA E ALLA MUSICA.”

Tiziano Thomas Dossena Tu insegni anche al Liceo… La gente molto spesso dimentica che insegnare non è solo passione ma anche un’arte. Insegnare ti da anche molte soddisfazioni?Pensi che sei riuscita a bilanciare le due professioni senza che una ne risenta?
Alessandra Pipitone: Ci provo! L’amore per quello che è la mia passione, fare musica, è stato sempre accanto al mio essere docente. I miei ragazzi sono un motivo in più per dare il mio contributo alla cultura e alla musica. Insegno Teoria e pratica musicale per la danza e sono pianista accompagnatore delle classi di danza del Liceo Coreutico di Palermo; mi sento una privilegiata perché ho la possibilità di lavorare insegnando una disciplina affine al mio mondo musicale e cerco di appassionare i ragazzi come hanno fatto i miei maestri con me. Cerco di bilanciare le due professioni senza togliere energie all’una o all’altra professione; non è sempre facile ma tutto gira intorno all’organizzazione del proprio tempo e dei propri spazi. Se vogliamo, tutto è possibile.

Tiziano Thomas Dossena Se tu potessi definirti con tre aggettivi, quali sarebbero e perché?
Alessandra Pipitone: Semplice, solare e pasticciona! Ahahahah…tutto vero! Sono una ragazza che trova sempre il bello e la gioia nelle cose e negli eventi della vita. Non riesco a scoraggiarmi facilmente e sono abituata a trovare soluzioni piuttosto che a concentrarmi sui problemi; vivo bene, con me stessa e con chi mi circonda. Se emani luce, attrai luce! Ti confesso pure che qualche anno fa ho vissuto un momento molto difficile per colpa di una malattia che per fortuna ho superato, ma ti dirò, anche in quel momento, se da un lato ho immaginato di abbandonare tutti i miei sogni e progetti, dall’altro ero davvero felice perché ho fatto tanto nella mia vita e ho vissuto esperienze uniche che mi hanno dato tanto. E poi sono pasticciona…sono un vulcano di pensieri per cui dimentico facilmente dopo poso le cose e quindi dove ritrovarle. Il mio compagno mi adora per questo…o no?! Scherzi a parte…è vero, sono un po’ sbadata. Concedetemelo…è l’arte del genio!

Tiziano Thomas Dossena Se tu avessi l’opportunità di incontrare un personaggio del passato o del presente, qualsiasi personaggio che tu desideri, chi sarebbe e di che cosa parleresti con lui, o lei?
Alessandra Pipitone: Incontrerei Leonardo Da Vinci! Un uomo straordinario  dalle mille sfaccettature considerato uno dei più grandi geni dell’umanità che portò alle maggiori forme di espressione i più disparati campi dell’arte e della conoscenza: fu infatti scienziato, filosofo, architetto, pittore, scultore, scenografo, matematico, anatomista, botanico, musicista e costruttore di strumenti, per dire solo alcune delle sue svariate attività. Sarei curiosa di entrare nella sua bottega e di chiedergli i suoi segreti, ciò che rende le sue opere un mistero tra bugia e verità, cos’è la bellezza, come fare dell’arte un capolavoro di vita, seguirei le sue lezioni d’arte e di musica.

Tiziano Thomas Dossena Sogni nel cassetto?
Alessandra Pipitone: Nella libreria! Mille sogni ancora e mille avventure da vivere. Ho voglia di viaggiare, portare la mia musica nel mondo, conoscere nuove lingue, nuovi usi e costumi. Voglio studiare ancora, composizione, direzione di coro…voglio riprendere la mia attività di coach di cantanti e…avere un bambino a cui presentare questo splendido mondo!

Tiziano Thomas Dossena Un messaggio per i nostri lettori?
Alessandra Pipitone: Siate felici! Questo è quello che auguro a tutti. Che il sorriso sulle labbra divenga esercizio quotidiano per attrarre a sé tanta positività. La vita è breve e va vissuta al meglio. Bisogna prendersi cura del proprio corpo e della propria anima. Rimanete curiosi e con tanta voglia di fare e sperimentare.