SINDROME D’ARTISTA.

“SINDROME D’ARTISTA” di Giovanni Stano.

Pubblicato su L’Idea N.13, VOL. II, 2002,  NY

Valutando l’opera di un pittore poeta, sei sempre assalito dal dubbio che un’arte sia evoluta a discapito dell’altra. Esamini l’opera letteraria e ti accorgi che esiste una disparità con quella pittorica e vorresti sapere se, in effetti, l’arte abbia sofferto perché l’energia creativa si è incanalata principalmente nella stesura dei testi poetici. Tipico esempio di questa dicotomia creativa è Giovanni Stano, autore del gradevole volumetto Sindrome D’Artista. In questo conciso libro di poesie, questo ‘messaggio ai giovani del 2000’, come lui lo definisce, le poesie hanno uno spessore che chiaramente le immagini usate in qualità d’illustrazione non hanno. Non voglio asserire che le figure manchino di una loro individualità od originalità. Quello che blocca la loro efficacia è la legnosità del disegno, che toglie alle composizioni l’armoniosità che palesemente l’artista ha cercato di effigiare. Questa sua rigidità, e l’artista perdoni il messaggero, è forse dovuta ad un’eccessiva tendenza al dettaglio grafico. Molto spesso chi ha queste tendenze soffoca la soavità del proprio prodotto artistico con inutili rifiniture che hanno l’intenzione di ottimizzare il disegno, ma che in realtà gli tolgono l’iniziale spontaneità. Chi legge penserà forse che la mia recensione abbia preso un indirizzo sfavorevole per questo artista, ma posso sinceramente dichiarare Giovanni Stano rimane un pittore più che valido e mi auguro che egli prosegua nella sua produzione artistica. Quello che mi ha sorpreso è riscontrare che le sue poesie hanno una fluidità stilistica ed espressiva ammirabili, e riescono a penetrarti con il loro messaggio di pace e fratellanza. Si riconosce l’artista che ha creato quei quadri, quelle immagini, per la sua sensibilità ed il taglio altamente emotivo. Quello che c’è in più, però, è la naturalezza della realizzazione, non influenzata, in questo caso, da un eccessivo e incompatibile scrupolo estetico. Le sue poesie riescono quindi a sovrastare la sua opera pittorica.

L’importanza del poeta tuttavia non risiede nella sua immediatezza, peraltro molto lodevole, bensì nella profondità del suo messaggio di fratellanza e di solidarietà. In un mondo ormai interessato solo al materialismo, al proprio interesse, riscontrare che esistono ancora individui la cui vita artistica è un continuo atto di fede è una piacevole sorpresa. Giovanni Stano è quindi degno d’ammirazione, sia per la sua attività artistica sia per il suo tentativo di usare questo suo dono per il bene altrui, per riportare un po’ di speranza a questi nostri giovani che molto spesso si sentono emarginati o perlomeno non ‘sintonizzati’ con il flusso della società che li circonda. Nella sua introduzione l’autore difatti dichiara: “Chi è più a rischio, oggi, se non i giovani che, per mancanza di valori, demotivati, non sentiti da questa società per quello che valgono veramente, vanno sempre più alla deriva?  Ma se educati attraverso l’Arte e la Fede si elevano nello spirito, nella mente e nel corpo; si restituisce loro un’autostima che li distingue come valori e che li eleva come persone e come tali nati per vivere e non per morire.”

Che il suo messaggio sia mirato ad un’evangelizzazione del lettore è parimenti esplicito: “È questo il messaggio da dare ai giovani del 2000 per ereditare, domani, un mondo migliore basato soprattutto sulla carità del dare, nutrendo così speranza per un autentico ritorno a Dio.”

Sindrome d’Artista è quindi molto di più di una collezione di poesie illustrata dall’artista. È uno strumento per riportare serenità agli animi tormentati, per convincere il lettore ad un ritorno alla fede attraverso un’introspezione di una pregevole liricità, per riportarlo a Dio.

L’UTERO DI DIO.

“L’UTERO DI DIO” di Giula Poli Disanto

Pubblicato su L’Idea N.25, VOL. II, 2006,  NY

     Il viaggio continua per la brava poetessa Giulia Poli Disanto, vincitrice del prestigioso Premio Giornalistico L’IDEA NEL MONDO 2002, con un libro di poesie che è in realtà un’analisi del deterioramento dei valori spirituali della società odierna.

     Le immagini scorrono vivide ed intense, come se avessero vita propria, donando alle liriche una compattezza stilistica che è solo minacciata nella loro integrità dalla possibile erronea interpretazione del lettore, la cui fantasia in questo caso è comprensibilmente stimolata.

     Non è che la poetessa abbia scelto il discutibile percorso di tanti poeti o pseudo-poeti che ricercano parole nel dizionario o nel rimario e le scelgono proprio sulla base della loro difficoltà d’intendimento o sulla loro eccezionalità. Il modo di esprimersi di Giulia Poli Disanto è terso, esplicito e certamente non sofisticato. Il significato d’ogni verso è inequivocabile, ma l’insieme delle immagini è talora complesso e può dimostrarsi al lettore medio un po’ difficile da interpretare, quasi come certi dipinti contemporanei che riescono chiari solo dopo la spiegazione dell’artista o le disquisizioni di un critico.

     Se la poetessa ha mirato ad un pubblico competente, il libro è ottimo e merita successo ed approvazione da parte dei critici. Qualora lei avesse indirizzato questa sua ultima opera ad un vasto pubblico, con tutte le sue possibili limitazioni linguistiche, forse ha alzato troppo il tiro. In questo caso il volume che, data la validità dell’opera, sono sicuro sarà ristampato in una seconda edizione in un prossimo futuro, sarà innegabilmente più appetibile per questa fascia di mercato con delle note dell’autore o delle citazioni esplicative. Un’introduzione, che ritengo in questo caso necessaria,  potrebbe darle l’opportunità di introdurre tali chiarimenti, che permetterebbero di comprendere appieno il contenuto di queste magnifiche poesie, la cui espressione semantica associativa è forse un tantino troppo complessa per il lettore comune o non preparato.

    L’Utero di Dio è un eccellente libro di poesie, che conferma la validità lirica e stilistica di Giulia Poli Disanto, esponendo alla mercé del lettore l’animo delicato e sensibile della poetessa, nonché la sua profonda spiritualità e benevolenza di donna, caratteristiche che la distinguono dai molti e le fanno meritare un posto d’onore nell’ambito dei poeti contemporanei italiani.