‘Lucinda’ Vince Il Los Angeles Film Awards Come Best Narrative Short; Intervista Esclusiva Con Il Regista Alberto Bambini [L’IDEA MAGAZINE]

4 Agusto 2018

‘Lucinda’ vince il Los Angeles Film Awards come Best Narrative Short; intervista esclusiva con il regista Alberto Bambini

Intervista di Tiziano Thomas Dossena

Il cortometraggio horror “Lucinda” ha vinto il prestigioso Los Angeles Film Awards come ‘Best Narrative Short’ e continua ad ottenere il plauso e l’approvazione dei critici e del pubblico anche negli USA. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il regista Alberto Bambinii, che è anche autore della sceneggiatura.

L’IDEA: Lucinda è una storia di sua creazione. Da dove ha attinto l’ispirazione per la trama?
Alberto Bambini: Essendo molto credente, l’ispirazione nasce da una paura che ho sempre avuto, ovvero cosa si proverebbe se tutto quello in cui crediamo e ci fidiamo, improvvisamente ci si ritorcesse contro? È una domanda che mi sono posto molte volte, e Lucinda è stata l’occasione per sviscerare questa mia paura..

L’IDEA: Lei si sente completamente originale nella sua sceneggiatura oppure sente di essere stato influenzato da altri scrittori? Chi?
Alberto Bambini: Ho la presunzione di rispondere che per quanto riguarda l’idea non ricordo di aver mai visto niente che parlasse di esorcismo capovolgendo il punto di vista classico.

L’IDEA: Quali sono state le difficoltà tecniche nel produrre il film?
Alberto Bambini: La difficoltà maggiore è stata per me rapportarmi con una vera e propria troupe cinematografica che “parlava” ovviamente un linguaggio molto diverso dal mio essendo io alla prima esperienza di regia. Difficoltà che grazie alla loro professionalità e bravura abbiamo però superato in poco tempo!

L’IDEA: Ha avuto altre esperienze come regista? (Bambini, oltre ad essere un rispettabile compositore, arrangiatore e sceneggiatore, ha anche un regolare lavoro presso una cartiera di Lucca, una ragione di piu` per rispettare il suo successo, che non solo e` certamente meritato, ma anche guadagnato faticosamente ad ogni passo) 
Alberto Bambini: 
Ho avuto esperienze come sceneggiatore principalmente per videoclip musicali. Lucinda è il mio primo cortometraggio come regista.

L’IDEA: Lucinda sta avendo un rispettabile successo, avendo anche vinto il LOS ANGELES FILM AWARD. Se l’aspettava? Pensa di contiunuare in questa direzione, facendo altri film horror o ha altri progetti in ballo?
Alberto Bambini: Continuerò sicuramente a produrre Horror con la mia neonata casa di produzione Deep LaKe Movies con cui sto già lavorando alla realizzazione di un nuovo corto per adesso Top secret!

L’IDEA: Qual è il regista horror che lei ammira di più e perchè? 
Alberto Bambini: Non ho un regista preferito in assoluto, tutti possiamo fare buone cose ma anche scivoloni artistici. Diciamo che fra i registi che hanno fatto la storia dell’Horror amo molto Wes Craven, John Carpenter, Sam Raimi. Fra le nuove generazioni seguo molto i lavori di James Wan, Muschietti e David F. Sandberg.

L’IDEA: Lei ha un’estesa esperienza discografica, con moltissimi titoli a suo nome (la completa discografia di 40 titoli si puo` trovare seguendo questo link). Come e quando  ci è arrivato alla musica? Continuerà anche in questa sua attività?
Alberto Bambini: Amo la musica sin da quando ero bambino, la accompagnavo spesso con le immagini dentro la mia testa..Un mondo non esclude l’altro. Si tratta sempre di regalare emozioni, quindi per me musica e cinema fanno parte della stessa galassia.

Donna Del Rinascimento: Intervista Esclusiva A Isabelle Adriani (Pseudonimo Di Federica Federici)[L’IDEA MAGAZINE 2018]

Donna del Rinascimento: intervista esclusiva a Isabelle Adriani (pseudonimo di Federica Federici)

 Intervista di Tiziano Thomas Dossena

Tiziano Thomas Dossena: Parlare di eclettismo vuol dire parlare di lei. Oltre ad essere attrice, lei è anche scrittrice, giornalista, produttrice, regista, doppiatrice, pittrice… e mi fermo qui. Trova difficoltà ad operare in così tanti campi? Si identifica di più con una di queste professioni oppure si sente a proprio agio in tutte a pari modo?

Isabelle Adriani: Salve, Tiziano; è un piacere rispondere alle sue domande. Per la verità non mi accorgo neppure che siano campi diversi perche sono appassionata di tutte queste cose e mi entusiasmo per ognuna di esse. Adoro recitare ma ho imparato moltissimo anche dal doppiaggio in particolare dell’Era Glaciale, per quanto riguarda la scrittura è qusi un bisogno fisico; avrò 10 libri fra romanzi storici e Fantasy nel cassetto gia pronti, ma non ho mai il tempo di fare editing, anche perché colleziono anche libri antichi di storia e mitologia e cerco di leggerli tutti. Come produttrice e regista realizzo il mio sogno più grande e cioè quello di creare una storia e di curarla in ogni suo aspetto, come artista amo creare collage sul cinema e per la musica mi diverto a fischiare l’opera. Mi dispiace solo di avere, almeno apparentemente, solo una vita per fare tutto quello che desidero, ma una certezza ce l’ho: desidero studiare fino all’ultimo respiro. Trovo la conoscenza la cosa più bella ed affascinante di questo mondo. Insomma sono un’insopportabile secchiona! 

Tiziano Thomas Dossena: Che cosa l’ha ispirata a scrivere il suo libro “Palazzo Giglioli Palazzi Trivelli”?
Isabelle Adriani: Sicuramente la storia di famiglia dei Conti Palazzi Trivelli che ormai posso chiamare anche la mia famiglia e che comincia ben 1000 anni fa; è citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri nel sedicesimo canto del Purgatorio ed ha una storia che incrocia i destini di grandi sovrani ed imperatori europei per cui ci sono la storia che riprende gli interessi della mia laurea e naturalmente l’amore per la tradizione ed il retaggio che mi hanno spinta a ricervare documenti dal 1184 ad oggi, negli archivi di mezza Italia per scrivere la parte sulla storia della famiglia di questo libro, insieme al professor Massimo Pirondini ed al Professor Giuseppe Berti che hanno curato, il primo la parte più tecnico-artistica del palazzo della Cancelleria del Duca d Este che abbiamo restaurato ed il secondo in particolare le figure straordinariamente interessanti del patriota e letterato Naborre Campanini e della bella e fascinosa Contessa Leocadia Palazzi Trivelli Venturi che ha dato vita, all’ inizio dell’800, ad un incredibile salotto culturale che ha ospitato Giuseppe Verdi, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Camillo Prampolini, Franz Liszt e molti altri…

Tiziano Thomas Dossena: Ci può parlare un po’ del suo libro “La Vera Storia di Cenerentola”?
Isabelle Adriani: La vera storia di Cenerentola è stato forse il libro più difficile da scrivere per me perché le ricerche delle fonti di ciò che volevo provare in questo romanzo storico, e cioè che Cenerentola fosse veramente esistita, partirono da un’intuizione risalente alla mia tesi di laurea dal titolo ‘Il DNA della fiaba’ presso l’Università degli Studi di Perugia, ma ho avuto bisogno di ben otto anni di viaggi e studi passando dal Cairo ad Alessandria, dalla Grecia all’ Università degli studi di Harvard all’interno della quale finalmente ho trovato un testo scritto a mano con una parte della Geografika di Strabone nel quale ho trovato la fonte definitiva che mi confermava numerose intuizioni avute in precedenza grazie anche alle letture di Erodoto, Eliano Prenestino, Plinio il vecchio e Manetone. In sintesi, la prima prima Cenerentola della storia era una schiava greca di nome Rodopi, che significa Rosetta, e che grazie al ritrovamento di un sandalo d’oro sposò il faraone Psammetico II, una storia meravigliosa di una bellissima fanciulla di umile condizione che grazie ad una scarpetta, sposa un Re; la prima Cenerentola della storia, appunto! Tutto questo accadeva nel sesto secolo avanti Cristo e cioè 2600 anni fa.

Tiziano Thomas Dossena: Lei ha dato vita recentemente con il suo fidanzato un salotto culturale. Qual è lo scopo e perchè adesso?
Isabelle Adriani: Avendo un retaggio così importante volevamo ripercorrere un po’ le gesta della Contessa Leocadia Palazzi Trivelli che tanto ha fatto per la vita culturale italiana ed Europea verso la metà del XIX secolo. È scomparsa nel 1917 e, nel 1918, Naborre Campanini scrisse un’appassionata quanto addolorata biografia della Contessa, narrando tutte le sue gesta, i suoi viaggi e l’incredibile salotto culturale che era riuscita a ricreare con i grandi lettersti musicisti e studiosi dell’epoca di tutta Europa. Naturalmente, con tutte le differenze del caso e con una doverosa umiltà, rispetto alla grandezza di questi personaggi, stiamo cercando di ricostruire l’atmosfera, la storia e la cultura che si respirava in quel periodo con gli amici e gli esperti di oggi.

Tiziano Thomas Dossena: Potrebbe parlarci un poco del documentario “Open quantum relativity”, da lei scritto, prodotto ed interpretato? Di che cosa tratta?
Isabelle Adriani: Open Quantum relativity è un docu-film di circa 20 minuti che è partito dall’idea di intervistare degli scienziati che hanno lavorato sia per la NASA che per il CERN ed in particolare il senatore Giuseppe Basini ed il professor Salvatore Capozziello che hanno scritto più di 300 pagine di conti ed equazioni che provano la reale possibilità di costruire una vera e propria macchina del tempo. La teoria era così affascinante che non abbiamo resistito alla volontà di unire l’amore per la scienza a quello per il cinema ed abbiamo dunque deciso, con Vittorio, di produrre, scrivere ed interpretare questo documentario insieme ad uno dei protagonisti che è appunto lo scienziato Giuseppe Basini, che ci ha insegnato moltissimo. La teoria dell’Open Quantum, ha fatto il giro del mondo e noi l’abbiamo portata al Festival del Cinema di Venezia nel 2013 riscuotendo un notevole successo, anche dinanzi agli scienziati della NASA che hanno forse apprezzato la nostra capacità di raccontare in un film una cosa così complicata da destinare anche ad un pubblico più vasto, che non si trattasse solo di scienziati.

Tiziano Thomas Dossena: Sta per girare e dirigere un nuovo film in lingua francese, “Actress’. Come è nato questo progetto?
Isabelle Adriani: “Actress” è il primo di tre cortometraggi che faranno parte di un unico film e che ho intenzione di girare entro la fine dell’anno e che vede come protagonista l’ attrice francese Martine Brochard, che amo molto e con la quale ho lavorato in ben due pellicole dirette da Pupi Avati. “Actress” narra, anzi fa narrare alla stessa attrice, la sua storia, la sua vita dedicata completamente alla recitazione fino a raggiungere gli estremi della follia d’amore per il teatro ed il cinema e la sua carriera da attrice. Un film complicato nel quale mi metterò in gioco soprattutto come regista.

IUsabelle con Tom Cruise

Tiziano Thomas Dossena: Isabelle, lei ha recitato con attori di alto livello in più di 30 produzioni cinematografiche. Qual è l’attore che l’ha colpita di più e perchè?
Isabelle Adriani: Non posso non citare George Clooney che durante le riprese di “The American” prese chiodi e martello e riattaccòun quadro che si era staccato per risistemare la scenografia prima ancora che arrivasse l’attrezzista, il tutto mentre cantava una canzone rock; fu molto simpatico e divertente. Poi non posso dimenticare Penelope Cruz, donna bellissima, intelligente ed estremamente generosa anche con le colleghe!

Isabelle con Zac Ephron

Pensi che chiese al regista di allungare la mia parte perché secondo lei ero molto brava.
Naturalmente il regista non lo fece, ma non mi stupì, mentre mi stupirono molto, invece, la sua incredibile bravura e generosità sul set; non conosco un attrice italiana che avrebbe fatto lo stesso per una collega, e poi naturalmente non posso non parlare di Zac Efron, la star di High School Musical e di molti altri grandi successi con il quale ho girato un’intera puntata di Virus per Raitre e con il quale ho ballato un Valzer di Strauss; fu molto divertente e lui è bello e gentile.

Tiziano Thomas Dossena: Qual è il film che le ha dato più soddisfazione come attrice e perchè?
Isabelle Adriani: Non credo di averlo ancora girato, anche se è stato bello lavorare con Pupi Avati e con Alan White.

Tiziano Thomas Dossena: Anche l’opera è la sua passione ed è conosciuta per la sua capacità di fischiare le varie arie al punto di fare concerti e registrazioni. Come è nata questa sua passione?
Isabelle Adriani: Ascolto l’ opera da quando ero bambina; se potessi essere una musica vorrei esser la Boheme di Puccini ed in particolare il monologo ‘mi chiamano Mimì…’ Soprattutto la parte ‘il primo sole è mio’, mi commuovo ancora e ancora ogni volta che la sento! Mio nonno adorava l’opera, un giorno fu ricoverato d’urgenza in ospedale, era grave, ero molto preoccupata, avevo solo sette anni. Essendo un ricovero d’urgenza non riuscì ad avere una stanza da solo e così non poteva ascoltare la sua adorata musica operistica, io non potevo cantare l’opera a sette anni, ma un giorno sentii fischiare un infermiere uscito dall’ascensore dell’ospedale e mi venne in mente che avrei potuto fischiare le opere che lui tanto amava e così rimasi chiusa nella mia stanza per giorni ad imparare tutte le opere più famose di Puccini, di Verdi e di Rossini e quando tornai a trovare mio nonno potei sfoggiare la mia nuova abilità; lui fu così felice che si commosse e poco dopo guarì e io fui sempre convinta che fosse guarito grazie al mio fischio. 
Poi avevo abbandonato questa abilità perché credevo che il pubblico non fosse pronto per questo, ed infatti su Spotify hanno creato una categoria apposta per me, poi Vittorio ha insistito perché facessi due album: ‘Tribute’ e ‘To Movies with Love’ che è il titolo di un progetto non solo musicale ma molto piu ampio, legato anche ai miei quadri, sempre dedicato al mio grande amore: il cinema. In effetti in questi due album fischio alcune arie famose d’opera, ma anche le colonne sonore dei grandi FILM, in particolare quelle di Ennio Morricone.

Quadro dipinto da Isabelle (come si puo notare, l’artista usa il proprio vero nome come firma)

Tiziano Thomas Dossena: Come pittrice, lei esporrà le sue opere in agosto, prima nello “Yacht Club” di Porto Rotondo (Sardegna) e poi presso la New York Film Academy. Come definirebbe la sua arte?
Isabelle Adriani: Partiamo sempre da un amore folle ed incondizionato per cinema e teatro. Il progetto è proprio ‘TO MOVIES WITH LOVE’ ed è la prima la volta che ne parlo: non saprei come definirla veramente, la verità è che colleziono fotografie, locandine e libri sul cinema e la vecchia Hollywood da sempre e questa passione si è trasformata in una grande collezione che ero stanca di vedere in un cassetto, così a 15 anni creai il mio primo collage, nel 2005 ripresi questa grande passione e sono 12 anni che passo numerose notti a fare collages con le foto originali dei protagonisti di Hollywood. Dopo il festivak di Cannes, un insegnante della New YorK Film Academy venne ospite da me nel Palazzo della Cancelleria del Duca d’Este, vide i miei quadri e, tornata a los Angeles, li mostrò al direttore sell NYFA che se ne imnamorò invitandomi ad esporli nelle loro sedi e cosi è cominciato tutto e ormai sono cosi tanti che è venuto il momento di farli vedere, ma, ancora una volta, è stato Vittorio a convincermi ad uscire allo scoperto, sono una persona aperta solo apparentemente, in realtà mostro pochissimo della vera me agli altri e sono chiusa e riservatissima.

Collage creato da Isabelle

Tiziano Thomas Dossena: Quali altri progetti ha in ballo per il prossimo futuro?

Isabelle Adriani: Non ho mai avuto problemi con i sogni, nel senso che ne ho talmente tanti che non finisco mai di pensare e di progettare. Innanzitutto è già in programma la seconda parte del libro sul Palazzo Giglioli Palazzi Trivelli con la collezione d’arte di famiglia, inoltre dopo “Actress” ho altri due cortometraggi che andranno a creare un lungometraggio d’autore e un altro album musicale da registrare, senza contare un documentario sulle ricerche di Jane Goodall insieme ai produttori di “The Revelation of the Pyramids”. In tutto questo, curo e scrivo due rubriche come giornalista professionista: “Le fiabe di Isabelle” per La Libertà e fra poco anche “C’era una volta il Cinema” sulla storia della settima arte per AboutArtOnline. Insomma, non riesco a stare ferma. Ora basta perché mi ha fatto gia dire troppe cose di me.  Grazie e a presto…

Arriva Sul Mercato Discografico Il Magnifico “The Archinauts”: Intervista Esclusiva Con Ivan Santovito Della Band ISProject (L’IDEA MAGAZINE)

11 Agosto 2018

Arriva sul mercato discografico il magnifico “The Archinauts”: Intervista esclusiva con Ivan Santovito della band ISProject

Intervista di Tiziano Thomas Dossena

Sull’onda del debutto discografico del CD The Archinauts, la band ISProject sta avendo successo di critica e di pubblico, facendo tours e partecipando a vari concerti/festival. Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Ivan Santovito, che con Ilenia Salvemini forma questo simpatico duo musicale.

L’Idea: Quando e come è nata questa band? Quali sono le vostre esperienze pre-ISProject?
IVAN: La band è nata nel 2013, dopo una definitiva chiusura con il passato e con tutti i gruppi in cui militavo allora.  Uno di questi era una band prog tranese che si sciolse nel momento in cui l’abbandonai. Ero tastierista, bassista e violinista. Questa esperienza mi ha insegnato molto e mi ha dato la spinta per comporre materiale personale finché, nell’agosto del 2013, composi il primo brano, The Mountain of Hope. Fu il brano che decretò il coinvolgimento di Ilenia nel progetto. Ilenia ha studiato danza classica per più di un decennio, ha militato in gruppi canori diversi finché non le proposi di cominciare questa avventura con me. E così nacque Isproject.

L’Idea: Il vostro album di debutto, The Archinauts, sta avendo molto successo. Di chi sono le musiche? E i testi? Qual e’ stata l’ispirazione per questo album? In che lingua sono i  testi? A cosa si riferisce il titolo?
IVAN: Ho composto testi e musica con il grande aiuto di Ilenia per l’arrangiamento vocale e di Giovanni Pastorino (tastierista e pianista) per il ruolo di co-arrangiatore di tutte le tastiere. Le tematiche sono tratte dai testi di Ho venduto la morte all’amore di Nicola Boccadoro, un nostro carissimo amico e collega, riguardanti architettura, filosofia e società, il tutto aderente al vissuto fino a quel momento. Ho scelto di comporre in inglese per accostarci nel miglior modo possibile alla musica, decisamente international nei modi, così da potergli dare ampio respiro e grandi possibilità di diffusione . E così è accaduto 😉

L’Idea: Il vostro sito definisce la vostra musica come post-progressive. Potresti chiarire che cosa vuol dire? 
IVAN: Post-progressive per noi è lo step successivo rispetto al prog dagli anni ’70 ai ’90. È, come l’ha definito qualcuno, “guardare oltre il progressive”.  Adottiamo questa nomenclatura (e quella di Art Rock), di natura così vasta ed identificabile, proprio perché riteniamo inetichettabile il tipo di musica che proponiamo.
Effettivamente ci rendiamo conto di quanto sia indecifrabile ciò che stiamo facendo, è assolutamente visionario, da trip mentale (come ci ha suggerito più di un fan). Proprio questa impossibilità nel collocare la nostra musica ci rende orgogliosi ed è per noi un segnale verso la giusta rotta.
Vedere il range di fans allargarsi sempre più, dai fruitori di Rock Progressivo Italiano al Pop, al metal, al cantautorato e alla musica classica, ci colloca di diritto tra gli “sdoganatori della musica di nicchia”.

L’Idea: Quali sono le influenze più notevoli sulla vostra musica? Chi sono i musicisti che voi ritenete più rilevanti come punto di riferimento per la vostra musica?
IVAN: Sicuramente Steven Wilson che, grazie alla sua fervida cultura e capacità d’innovazione, ha sdoganato la cosidetta “musica colta” e ha dato modo alla nostra generazione di guardare oltre il prog; poi gli Anathema, dei quali abbiamo conosciuto il frontman Vincent e la frontwoman Lee : assolutamente fantastici!
Poi Ayreon di Arjen Lucassen (è un simpaticone!), i Muse, Sufjan Stevens, Epica. La lista è davvero lunghissima!

L’Idea: A giorni parteciperete al 2day prog+1 festival, un grande onore per una band esordiente. Ci andrete con nuove canzoni o porterete canzoni del vostro album?
IVAN: Porteremo tutto l’album The Archinauts più alcune cover. Preferiamo non rivelare i nuovi brani, in fase di composizione e arrangiamento per il secondo album, per poter dare maggior lustro a ciò che stiamo concependo. Nel frattempo prepariamo date nuove tra cui proprio il festival Verunese. L’onore di suonare in un così importante evento è indescrivibile, e non vediamo l’ora di conoscere le altre bands : Threshold, Kyros, Ange, Von Hertzen Brothers, Vanilla Fudge, ect. Sarà bellissimo condividere il palco (e il pianoforte) con Gianni Nocenzi, il pianista del Banco del Mutuo Soccorso!

L’Idea: Quando suonate dal vivo in concerto, siete tutti e due strumentisti? Vi avvalete di altri musicisti?
IVAN: Solitamente suoniamo in due set : in duo e full band. Io in veste di pianista/co-tastierista/seconda voce e Ilenia di voce principale, cantando anche parti che nell’album sono state interpretate da me (diversificando così l’esperienza live da quella in studio). Al 2Days Prog + 1 Festival saremo al completo (batterista, bassista, chitarrista e co-tastierista). La “retroguardia” di musicisti sarà fenomenale, grazie alla presenza di talenti giovanissimi che ci accompagneranno anche in altre date future.

L’Idea: Avete altri progetti in lavorazione? Una tournée? Incisioni? Altre collaborazioni?
IVAN: Collaborazioni ci sono e ci saranno sempre, è bellissimo interagire con i colleghi così da poter crescere sempre più. Tra impegni lavorativi e concerti (che ci porteranno in un altro continente nel 2019), si sta lavorando e organizzando tutto ciò che riguarda il secondo album che, come ho anticipato in precedenza, è in fase di composizione/arrangiamento. Ciò che si sta producendo presenta caratteristiche decisamente nuove rispetto a The Archinauts. Già dalle prime note si evince l’immenso passo avanti rispetto all’album di debutto, soprattutto per la presenza di Special Guest Stars internazionali.
Questo step ci porterà verso nuove prospettive e nuove frontiere, per crescere sempre e sempre più e poter scalare vette sempre più estreme.